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Intercettazioni, Orlando: «Testo finale cambierà»

In un colloquio con la Repubblica, il ministro della Giustizia

di Giulio Calenne

ROMA - In un colloquio con la Repubblica, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha parlato della legge sulle intercettazioni: «Di una cosa sono sicuro, non sarà questo il testo finale della riforma delle intercettazioni". E aggiunge: "Voglio essere chiaro su questo punto, questo è un testo di cui non riconosco la paternità".

PUNTO DI PARTENZA - «Da un punto di partenza dovevo pur cominciare - spiega -, ma alla fine la riforma delle intercettazioni non sarà quella contenuta in quelle pagine»

LA LEGGE - «La legge sul processo penale (che contiene la delega al governo per cambiare le intercettazioni, ndr.) mi dà tempo fino al 3 novembre - sottolinea -. Entro quella data io devo presentare il testo in consiglio dei ministri. Poi, certo, sarà Gentiloni a decidere». «Alla fine il testo non sarà quello della formulazione iniziale - prosegue -, ma da un punto dovevo pur partire. Nel presentarlo durante le audizioni sarò chiaro nel dire che le opzioni sono tutte aperte perché quello che si apre è un confronto serio e vero, né finto, né fittizio».

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