ROMA - Accolta la richiesta della difesa per la scarcerazione dell'ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, in prigione dall'aprile del 2018, sulla base di una decisione della Corte Suprema. Secondo la Corte, un imputato può essere privato della propria libertà solo dopo aver esaurito tutti i ricorsi possibili. Non una assoluzione, quindi, ma un eccesso di zelo garantista.
IN BRASILE - La notizia è stata accolta dai sostenitori dell'ex presidente con estremo sollievo. La scarcerazione del leader della sinistra brasiliana si attendeva da molto tempo e i suoi sostenitori lo avevano sempre supportato, nonostante le due condanne per cui è stato incarcerato. Se dovesse essere completamente assolto, alle prossime elezioni potrebbe tornare a candidarsi così da diventare una vera spina nel fianco all'attuale mandatario Jair Bolsonaro. Alle ultime elezioni, infatti, se si fosse potuto candidare Lula era ancora il leader più forte di tutti, capace di richiamare quasi (se non oltre) il 60% degli elettori.
VAZA JATO - Tra le tante vicende che hanno suscitato scalpore e severe critiche da parte della sinistra, quella più rilevante ha preso il nome di Vaza Jato e riguarda Sérgio Moro, l'ex giudice che li impose la prima condanna. A suscitare scalpore il leak pubblicato da The Intercept in cui, dalle chat del giudice Moro, sembrerebbe emergere un certo astio nei confronti dell'imputato, tanto da ammettere che lo stesso doveva assolutamente essere fermato dal potersi ricanditare alle elezioni successive, ovvero quelle vinte da Bolsonare stesso quasi un anno fa.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
Leggi l'EditorialeQuesto sondaggio è chiuso.