MILANO - In una incredibile diretta dal teatro dalla Casa di Reclusione Milano Opera, alcuni attori della compagnia Opera Liquida, composta da detenuti ed ex detenuti di media sicurezza e Giulia Marchesi, hanno presentano venerdì scorso quadri evocativi, partiture fisiche ed emozionali di Noi Guerra! Le meraviglie del nulla. L’evento, organizzato grazie alla Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera e all’Amministrazione Penitenziaria Provveditorato Regionale della Lombardia, all’interno di BookCity Milano 2020, ha portato in scena le sorprendenti opere create per lo spettacolo dall’artista di arte cinetica e programmata Giovanni Anceschi, co-fondatore del Gruppo T.
LARTE DI GIOVANNI ANCESCHI - A partire dalle sue storiche “Tavole di possibilità liquide” del 1959, Giovanni Anceschi ha progettato e costruito insieme alla regista Ivana Trettel tre opere di grandi dimensioni con le celebri colate rosse, vitali e mortifere, nucleo centrale della drammaturgia scenica, che interagiscono con gli attori a ridisegnare i mondi narrati e le loro prospettive. “Sono felice che le mie Tavole di possibilità liquide prendano finalmente terra sulle piste dell’aerodromo che attendevano da tempo - afferma Giovanni Anceschi - Non c’è dubbio che la mia sia un’arte sostanzialmente spettacolare visto che è in movimento ed è necessariamente legata all’interazione col corpo del suo spettatore. Un’arte somatica. Le Tavole sono degli attori vicari. La loro morte - come dice il linguaggio intendendo la loro vita - è di approdare sulle loro gemelle: le tavole del palcoscenico. E si facciano strumento della messa in scena di una storia magari di maledizioni e di sorrisi risolutivi”.
LO SPETTACOLO - Noi guerra!, uno straordinario apporto di linguaggi artistici differenti e complementari uniti nell’indagine sull’assurdità dell’odio, nasce dall’esigenza di confrontarsi con il conflitto. “Le meraviglie del nulla - racconta la regista Ivana Trettel - sono i travestimenti, il belletto preciso e stantio di cui rivestiamo la realtà, per sopportarla, rileggerla e giustificarla. L’impianto drammaturgico dello spettacolo, atteso per lo scorso marzo e che debutterà la prossima primavera, alterna la Redazione dell’odio, dove si distribuisce l’odio alle categorie più paradossali, a una raccolta di meccaniche fisiche ed estetiche, per poi aprire la lente d’ingrandimento emotiva e cercare di comprendere ciò che accade all’essere umano odiato o in lotta contro sé stesso”.
I COSTUMI - I costumi, ispirati al deserto, all’arsura cui conduce la cattiveria, sono progettati dallo stilista d’alta moda Salvatore Vignola e realizzati dai detenuti costumisti sotto la guida della modellista Silvia D’Errico con gli studenti degli Istituti Scolastici Olga Fiorini. Scenografia Tomaso Schiaffino con Marcello Buonanno Seves e i detenuti designer, interventi coreografici Riccardo Olivier - Fattoria Vittadini, allestimento tecnico Luca De Marinis e Domenico Ferrari con i detenuti tecnici audio luci, cura del progetto Nicoletta Prevost. Montaggio drammaturgico e regia Ivana Trettel.
OPERA LIQUIDA - Opera Liquida fa parte dal 2018 di “Per Aspera ad Astra - Come riconfigurare il carcere attraverso cultura e bellezza”, rete nazionale di teatro carcere promossa da Acri e sostenuta da 10 fondazioni di origine bancaria, nata dal modello della Compagnia della Fortezza di Volterra. Sulla pagina Facebook dell'organizzazione è disponibile il video dello spettacolo.
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