ROMA - Vi è mai venuta in mente qualche idea geniale che possa rivoluzionare l’azienda per cui lavorate rimanendo seduti a mangiare una pizza? A Toru Iwatani, lavoratore della Namco dal 1977, è successo inventando uno tra i videogiochi arcade più iconici di sempre: Pac-man.
LA STORIA - Nei suoi primi anni come sviluppatore alla Namco Iwatani si occupava di video flipper (perlopiù sconosciuti qui) come Gee Bee, Bomb Bee e Cutie Q. La sua idea, però, voleva essere quella di rivoluzionare il mondo dei videogiochi soddisfacendo una grossa fetta di mercato insoddisfatta dall’offerta dell’epoca. Si trattava delle videogiocatrici, potenziali frequentatrici di sale giochi ma poco attratte dai titoli di lotta più conosciuti nei cabinati delle sale giochi Anni ‘80. Il gioco quindi nasse da questa esigenza e l’idea di fondo venne in mente da una pizza: mentre Itawani se ne stava gustando una, tolta una fetta, ebbe una rivelazione, inventando uno tra i giochi più popolari e iconici di sempre.
IL SUCCESSO - Il gioco, una volta sviluppato, venne lanciato in Giappone con il nome di Puck-Man, mentre venne cambiato in Occidente per paura che la parola “Puck” venisse facilmente storpiata attraverso lo scambio della “P” con una “F”. Ora Pac-Man è un gioco che non ha invecchiato meglio di altri, come invece è successo, a esempio, per Super Mario, ma rimane comunque un grande successo da 300.000 cabinati venduti in tutto il mondo.
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