ROMA - Dopo il successo di Vicenza e Firenze, approda a Roma, lo spettacolo tratto dal capolavoro letterario di Yourcenar "Memorie di Adriano", diretto da Maurizio Scaparro. L'appuntamento è al Teatro Arcobaleno dal 29 al 31 ottobre 2021, con un nuovo allestimento che il regista, dopo la storica edizione con Giorgio Albertazzi, rilegge da angolazioni nuove. A dar voce e corpo all’Imperatore, in una sua personalissima e straordinaria interpretazione, Pino Micol, tra i massimi depositari della più nobile tradizione teatrale italiana. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione, questa immaginaria autobiografia epistolare, intensa e suggestiva, è più attuale che mai, offrendoci un significativo spiraglio di speranza e di rinascita.
LA DICHIARAZIONE - “Conservo un ricordo chiaro di quell’allestimento – dichiara Pino Micol – ma per questo spettacolo in particolare mi sono dovuto affidare esclusivamente a quello che è il mio universo di emozioni. Nel romanzo si delinea la storia di un uomo glorioso, un imperatore stupendo che è anche un poeta, amante delle arti e della socialità, vicino ai desideri del popolo: una figura memorabile, anche se noi non sappiamo se nella realtà lui fosse davvero così fino in fondo. È l’immaginazione dell’autrice che ci ha trasmesso questo ritratto ideale e io credo che dietro a questo personaggio si celi proprio lei stessa. Marguerite Yourcenar ha voluto regalare al mondo, attraverso il suo libro, un grandissimo messaggio di speranza e di bellezza. Accanto alla figura politica c’è infatti l’uomo con le sue passioni, i suoi amori, i suoi dolori e i suoi lutti, l’amicizia profonda e il rispetto per l’umanità.
LA CONSAPEVOLEZZA - Memorie di Adriano si chiude con una frase straordinaria: «Cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti», e questa affermazione è di un’importanza enorme: dobbiamo acquistare consapevolezza e capire che la vita va vissuta a fondo, centellinata fino all’ultima goccia, nella speranza che sempre ci riservi qualche sorpresa positiva”. In un mondo dove i fondamentalismi e l’ignoranza seminano morte e distruzione, questa immaginaria autobiografia epistolare, intensa e suggestiva, è più attuale che mai. “Non tutti i nostri libri periranno; si restaureranno le nostre statue infrante; altre cupole, altri frontoni sorgeranno dai nostri frontoni, dalle nostre cupole. E se i Barbari s’impadroniranno mai dell’impero del mondo, saranno costretti a adottare molti nostri metodi, e finiranno per rassomigliarci”, si legge nel testo. L’opera viene riproposta in tutta la sua potenza espressiva e la capacità di offrirci un aiuto nella comprensione dell’attuale momento storico, offrendoci un significativo spiraglio di speranza e di rinascita.
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