ROMA - "Chiaro a tutti, e lo dimostrano anche i video, che all’inaugurazione del tour di presentazione del mio libro, ho subito una contestazione che io ho definito di 'picchettaggio fascista’ organizzato da Cgil, Pd, Arcigay e Potere al Popolo: tutto per non farmi presentare 'Il grido dei penultimì". Questo il racconto di Mario Adinolfi ad Adnkronos. Il leader del Popolo della Libertà era atteso da alcuni contestatori davanti l’aula ‘Distilleria’ nei locali del Comune di Pomigliano d’Arco, nel Napoletano. Contro di lui sono stati esposti triscioni e quindi lanciati alcuni preservativi, nuovi.
LA MOBILITAZIONE - "La Cgil nei giorni precedenti alla presentazione aveva diramato una nota in cui si contestava il mio diritto di presentare il libro e conseguenza di questa nota c'è stata questa mobilitazione attivata oltre che dalla Cgil anche dal Pd e da Arcigay - racconta ancora Adinolfi - un 'picchettaggio fascista' che doveva rendere impossibile l'accesso alla sala concessa dal comune di Pomigliano d’Arco per l'iniziativa”.
IL GESTO - "Ritengo questo un gesto di palese intolleranza e di violenza: 'siete 50 contro uno’, ho detto ai manifestanti e 'vi state comportando da fascisti. - prosegue Adinolfi - poi sono entrato e la presentazione si è svolta con successo ed anche il sindaco, Lello Russo, coraggioso per aver concesso il patrocinio morale è intervenuto. E voglio sottolineare che è in profondo contrasto con quanto scritto nel mio libro, ma si è comportato da sindaco concedendo uno spazio: ha fatto sentire il suo dissenso e lo ha motivano puntualmente tanto da dimostrare di aver letto il libro, mentre sono certo che coloro che mi hanno contestato non hanno letto neanche una pagina del libro".
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