ROMA – I grandi movimenti per la prossima Formula 1 sono incentrati sulle case costruttrici, più che sui piloti. Porsche e Audi, sono loro i nomi in ballo da un bel po' per dare nuova propulsione al Mondiale. Il gruppo Volkswagen vuole un ingresso scoppiettante. La scintilla potrebbe scoccare dopo l'approvazione da parte della Fia dei nuovi regolamenti per le power unit dal 2026: combustibili sintetici, energia "pulita" possibile e applicazioni tecnologiche da spendere nella produzione, sono un richiamo plateale, un'esca lanciata dal FIA World Council.
Sono trapelati documenti di un'acquisizione teorica del 50% della Red Bull da parte di Porsche, ma questo tipo di operazioni richiederà più tempo. Diversa la situazione di Audi, che è il secondo costruttore nella classifica della 24 Ore con 13 vittorie, quasi consecutive tra il 2000 e il 2013, protagonista di traguardi tecnologici come la prima vittoria di una macchina diesel (nel 2006, con la R10) o di una ibrida (2012, con la R-18 etron). Non ha mai partecipato al Mondiale. Potrebbe entrare acquisendo una squadra esistente (sta dietro alla Sauber, ora Alfa Romeo, ma non c'è chiara intenzione di vendere) o diventando l'undicesima squadra in griglia. Per questo serve però l'unanimità da parte degli altri dieci Team per dividere la torta in pezzi più piccoli.
Ad Andretti è stata negata questa possibilità, ma con l'Audi potrebbe andare diversamente. Toto Wolff spiega: "Penso che chiunque entri in F1, debba mostrare cosa può significare per il business. Andretti è un grande nome, hanno fatto cose straordinarie in America, ma questo è uno sport e un business, e dobbiamo capire cosa puoi portare in questo sport. Una casa automobilistica internazionale come l'Audi che dimostrasse di investire una cifra per attivare il mercato, in diversi paesi, implicherebbe una posizione completamente diversa per il resto delle squadre".
FONTE: Agenzia Dire
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