DRESDA - I ricercatori dell’Istituto Leibniz per le Nanoscienze di Dresda, coordinati da Mariana Medina-Sánchez, hanno realizzato a partire da spermatozoi bovini dei micromotori guidati da campi magnetic. Questi spermatozoi potrebbero essere usati come navette per trasportare farmaci anticancro, grazie alla loro abilità di nuotare e legarsi alle cellule uovo.
IL COMMENTO - Il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, ha spiegato: «È un’idea brillante, un altro esempio di come utilizzare le nanotecnologie per trasportare farmaci su bersagli specifici. In passato sono stati usati come vettori globuli rossi, sperimentati con successo da un gruppo di ricercatori dell’Università di Urbino su pazienti colpiti da fibrosi cistica e morbo di Chron. I globuli rossi, però, hanno alcuni limiti: possono diluirsi e non raggiungono tutte i tessuti. In questo nuovo studio, invece gli spermatozoi bovini sono stati rinchiusi in una sorta di gabbietta, che li tiene agganciati alle cellule tumorali come i vecchi shuttle alla Stazione Spaziale, finché non viene rilasciato tutto il farmaco».
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