BRUXELLES - Gli eurodeputati hanno appoggiato i piani per istituire un meccanismo per controllare gli investimenti esteri diretti (IED) in modo trasparente, prevedibile e non discriminatorio. L'obiettivo è garantire che gli investimenti stranieri non costituiscano una minaccia per infrastrutture critiche, tecnologie chiave o informazioni sensibili sull'accesso.
LA PROPOSTA - I deputati hanno rafforzato la portata della proposta, per consentire anche agli Stati membri dell'UE e alla Commissione di verificare, tra l'altro: un investimento estero che potrebbe influire sull'indipendenza dei media o sull'autonomia strategica dell'UE, l'investitore che ha una track record di investimenti in progetti che potrebbero minacciare la sicurezza o l'ordine pubblico, o l'investimento che potrebbe portare alla creazione di un monopolio.
GLI STATI MEMBRI - Il comitato ha stabilito che uno Stato membro che decide di esaminare un FDI dovrebbe informare gli altri Stati membri e la Commissione del fatto entro cinque giorni lavorativi ed essere aperto ai commenti. Propone inoltre che se un terzo degli stati membri considera un investimento preoccupante, il paese target dovrebbe impegnarsi in un dialogo per risolvere le questioni in gioco.
FAVORIRE LA COOPERAZIONE - Per favorire la cooperazione degli Stati membri in materia di investimenti esteri diretti, condividere le migliori pratiche e affrontare possibili preoccupazioni, i deputati hanno proposto di istituire un gruppo di coordinamento degli screening degli investimenti, presieduto dalla Commissione e composto da Stati membri con il Parlamento europeo in qualità di osservatore. Il Parlamento europeo potrebbe chiedere alla Commissione di emettere un parere su un investimento diretto estero pianificato o completato in uno Stato membro.
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