ROMA - Conflavoro Pmi sulla circolare numero 2/2020 dell’Inl ha commentato: «La nuova circolare dell’Ispettorato nazionale del lavoro conferma una volta in più il cambio di approccio nel rapporto tra contrattazione collettiva e rappresentatività sindacale. La circolare ha infatti ribadito che i Ccnl di Cgil, Cisl e Uil non hanno alcun diritto di egemonia nel mercato del lavoro e ciò che conta negli accordi, invece, è esclusivamente il rispetto della parte normativa e contributiva, non il nome della sigla che li firma. Insomma, si ripete che non c’è ovviamente alcun obbligo da parte delle aziende di applicare i cosiddetti contratti leader, e questa è una giusta vittoria per la libertà delle imprese italiane».
IL COMMENTO - «Certo è, però, che la stessa circolare si prefigge al contempo di individuare i Ccnl da prendere come riferimento nelle verifiche. Ma come è possibile – evidenzia l’associazione guidata da Roberto Capobianco – fare oggi una valida comparazione tra contratti collettivi? Come si possono cioè individuare i Ccnl da utilizzare come riferimento? Ricordiamo che, fra i criteri necessari, c’è il dover essere una organizzazione sindacale comparativamente più rappresentativa, ma questo status non è possibile da definire in quanto non esiste una legge chiara e imparziale al riguardo, come invece prevede l’articolo 39 della Costituzione».
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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