ROMA - “LIBERTÀ PER HONG KONG!”, uno slogan di quelli chiari e precisi. Quattro parole per schierarsi apertamente a favore del territorio autonomo posizionato nel Sudest della Cina, con il suo mezzo di propaganda più forte: i social network. Al pari di influencer ed esibizionisti del web, Matteo Salvini prosegue il suo impegno alla ricerca di consensi tramite post, like e dirette.
L’ultima trovata del “Capitano” (di cosa, precisamente, ancora non è dato saperlo), intento a cercare nuovi consensi e voti, riguarda la delicata questione tra Hong Kong e Cina. Il leader della Lega, infatti, nei giorni scorsi si è recato sotto l’ambasciata cinese di Roma, inscenando una vera e propria protesta contro le massime autorità del paese, ree di attuare una politica di oppressione nei confronti di Hong Kong.
I dissapori tra Hong Kong ed il potere centrale di Pechino, sfociati in cruenti scontri fisici da diversi mesi, sono storia. Tutto è cominciato dall’opposizione a una legge controversa sulle estradizioni in Cina, che con il passare delle settimane si è trasformata in qualcosa di molto più grande. I milioni di cittadini che marciano puntualmente nell’ex colonia britannica chiedono fondamentalmente più democrazia. In tutto ciò, come il più prolifico dei bomber d’aria di rigore, si è piazzato il buon Salvini; pronto a fruttare le palle gol per aumentare consensi populistici. Frasi, slogan e invettive contro la Cina. Eppure in passato non sembrava così contrario a determinate azioni di forza.
Non stiamo qui neanche troppo a dilungarci sui vari decreti sicurezza proposti, con vessazioni per manifestanti e similari. Più che altro sarebbe interessante sapere cosa ne è dell’appoggio salviniano a Putin, il leader russo che, da mesi, sta stringendo solidi accordi con la Cina e sembra essere in rapporti sereni con Xi Jinping. Un po’ controtendenza, no?
E’ che dire, soprattutto, di quell’appoggio sventolato ai quattro venti per Viktor Orban. Sì, proprio quel Viktor Orban che mesi fa, grazie ai pieni poteri acquisiti per l’emergenza coronavirus, ha fatto arrestare i suoi oppositori con l’accusa di allarmismo; solo l’ultima delle imprese vessatorie del leader ungherese.
Forse le troppe dirette social ed i vari giri per l’Italia stanno confondendo un po’ l’ex Ministro dell’Interno. Amici e nemici, infatti, sembrano mischiarsi tra loro. Servirebbe una pausa: peccato non poter sfruttare i locali della riviera romagnola questa estate. Un mojito avrebbe rinfrescato le idee, sempre che ce ne siano.
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