ROMA – 'Distillata' goccia a goccia dall'aria, c'è chi vuole usarla per una linea di cosmetici, chi per fabbricare birra e chi come fonte d'acqua per le comunità che vivono nelle aree più aride del pianeta: è l'acqua di nebbia, ricavata dall'umidità 'catturata' attraverso le maglie di una rete che si ispira a una pianta del deserto cileno di Atacama.
LA RICERCA – L'hanno messa a punto i ricercatori dell'università cilena Adolfo Ibanez, di Vina del Mar, e le sue maglie sono in grado di raccogliere una grande quantità di acqua. «E' dagli anni '60 che si è capito il potenziale della nebbia come possibile fonte d'acqua», precisa Juan de Dios, dell'Università Cattolica di Santiago. In Cile ci sono stati diversi progetti nei quali sono state installate le maglie di tipo tradizionale in varie aree, soprattutto a Nord, dove c'è meno acqua.
LA SCOPERTA – Studiandola, i ricercatori hanno capito quali sono le caratteristiche che le consentono di catturare l'acqua in modo efficiente: ha rami molto fini, è tridimensionale, assorbe e immagazzina l'acqua senza perderla, grazie ad una sorta di pellicola che la avvolge.
ROMA – Ancora arbitro protagonista in Serie A. Nel corso di Roma-Genoa, valevole per la 24ª giornata del massimo campionato, il signor Rosario Abisso annulla, dopo la consultazione del...
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