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Rosolino duro: «La lotta alle malattie cardiache? Il medico di base non ti visita!» 

Il campione olimpico di nuoto: «I ragazzi fanno uso di alcool e fumo? E' un problema sociale»

di Stefano Blando

ROMA - Massimiliano Rosolino, campione olimpico di nuoto, è intervenuto ai microfoni di CronacaDiretta.it parlando della prevenzione alle malattie cardiovascolari nello sport.

E' COLPA DELLA SOCIETA’ - «E’ un problema sociale -  ha dichiarato Massimiliano Rosolino a CronacaDiretta.it - E’ vero che i bambini iscritti alle federazioni sono sempre di più, ma lavorano sempre peggio. Non per colpa dei maestri, ma perché per esempio i bambini hanno sempre meno tempo. Escono da scuola alle 4 del pomeriggio anziché alle 2, e per cosa poi? Se oggi a un ragazzo di vent’anni gli chiedi la differenza tra proteine e carboidrati ti guarda con gli occhi persi nel vuoto… così non va!».

DISPARITÀ TRA LIVELLI (AMATORIALE-PROFESSIONISTICO) - «Non dipende tanto delle federazioni o del CONI ma sopratutto di noi stessi. Il primo impulso di prevenzione deve venire da noi stessi -  ha dichiarato Rosolino in relazione all’impegno che le varie federazioni sportive e il CONI mettono nella prevenzione -. Le federazioni, a livello non agonistico (quello più a rischio per le malattie cardiovascolari) molto spesso ti chiedono solamente il certificato di sana e robusta costituzione. Questa è una sciocchezza, non perché sia sottovalutato, ma perché il medico di famiglia, che ti vede tutti i giorni magari neanche ti visita. Ma anche il solo fatto che un tuo parente lontano ha avuto un problema di cuore influisce tanto. Il CONI si impegna molto invece nella prevenzione degli atleti professionisti. I controlli, che ti portano via giorni interi (ride ndr), sono premi per noi atleti».

SPORT INDIVIDUALI PIU’ SICURI - «Ovvio che contando solo su se stesso uno è più tutelato, perché è tuo unico interesse farlo, lo fai in prima persona». Così il campione olimpico di Sidney2000 commenta la differenza che c’è tra le varie discipline in tema di prevenzione.«Specialmente - ha concluso Rosolino- nel caso del nuoto dove lo stress cardiovascolare è costruito. Io nella mia carriera ho fatto 50mila km, ma sono partito da 500 metri prima per poi salire, fino a fare 20 km al giorno».

 

 

 

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