ROMA - C’è l’impegno da parte delle istituzioni europee per portare a termine prima dell’estate il rinomato Recovery fund, seppur con qualche remora da parte di alcuni Stati membri. Inoltre, attorno alla metà di luglio, fa sapere il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, si organizzerà anche il Consiglio europeo sul piano Next Generation Ue.
IL RECOVERY FUND - Sul Recovery fund, fa sapere Michel, «c'è un consenso emergente ma allo stesso tempo non dobbiamo sottostimare le differenze di visione sui diversi punti. E' necessario continuare la discussione». Discussione che tratti dell’ammontare del fondo e delle modalità con cui erogarlo, temi per cui la discussione «resta molto difficile», ha detto Michel, a causa della posizione di alcuni Stati membri. Se è vero che sia Michel che von der Leyen hanno espresso positività sulla sua veloce realizzazione entro la fine di luglio, c’è ancora da superare lo stop di Svezia e Olanda, alcuni dei cosiddetti “Paesi frugali” dell’Ue. Per il premier svedese, Stefan Lofven, il Recovery plan «deve essere basato sui prestiti e non su sovvenzioni», motivo per cui ancora «resta molto da negoziare». Più drastico, invece, il premier olandese Mark Rutte, secondo cui «ci sono enormi differenze di opinioni e non so dire se chiuderemo la discussione entro la pausa estiva. Nessuno di noi vuole tirarla per le lunghe. La velocità aiuta, ma in questa discussione il contenuto è fondamentale». Più solidali con i Paesi maggiormente colpiti da questo periodo di crisi sono l’Austria (seppur con le proprie remore) e la Germania. Almeno su un tema, però, c’è accordo tra le parti: il tempo stringe e prima si riesce a risolvere ogni dubbio e più efficace sarà l’effetto degli aiuti. L’Europa si sta trovando di fronte a uno dei più grandi appuntamenti della sua storia e deve riuscire a non perdere la sua rotta.
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